Il passero

Par Magazine Avventista

“Veglio e sono come il passero solitario sul tetto” (Salmo 102:7).


Così cantava il salmista, e così cantano molti di noi quando la persona più vicina a noi viene portata via, per non essere più vista se non nella galleria dei ritratti del nostro cuore.

Gli esseri umani sono una creazione composita e nessuno può negare che le nostre emozioni siano parte integrante di noi. Ma quando il nostro coniuge non è più in casa, quando non c’è una telefonata o non si bussa alla porta, possiamo sentirci proprio come il passero del salmista, “solitario sul tetto”.

Ma possiamo essere incoraggiati, perché nel Salmo 84 i figli di Core, nel dire “quanto sono amabili le tue dimore”, continuano dicendo: “Anche il passero si trova una casa e la rondine un nido dove posare i suoi piccini”. Possiamo quindi rallegrarci quando pensiamo che gli umili uccellini sono curati dal loro Creatore. Allora perché Dio non dovrebbe prendersi cura di noi che siamo fatti a sua immagine e somiglianza?

Tuttavia, Dio si aspetta che facciamo per noi, gli uni per gli altri, ciò che possiamo fare e non lasciamo tutto a lui, come se non fossimo in grado di aiutare a portare i pesi di qualcuno che è in difficoltà. È stato Paolo ad affermare in Galati 6:2 quanto segue: “Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo”.

Il mondo può essere un luogo solitario quando, per una serie di motivi, si è da soli. Possiamo essere solidali con il passero, solo sul tetto della casa, perché anche questi umili uccelli non sono fatti per stare da soli. I sociologi ci dicono che la solitudine è una delle maledizioni della nostra epoca e mentre la maggior parte di noi destinati a vivere da soli ha uno o più amici intimi, c’era solo uno che poteva condividere con noi i momenti intimi della vita.

Persino Gesù, incaricato di portare la salvezza all’umanità, che ha sopportato più dolore e tormento di quanto noi dovremo mai sopportare, ha tratto lezioni dal passero. Sono umili uccellini, disse, ma Dio vede quando uno di loro cade a terra. Così, nel dirci che abbiamo più valore di tanti passeri, possiamo estrapolare questo concetto e renderci conto che Dio è consapevole di tutti gli aspetti della nostra vita e che, nel giorno che segna la nostra caduta definitiva, prende atto del nostro passaggio, preserva la nostra identità e, se siamo suoi veri figli, ci farà risorgere all’ultimo giorno.

Nel nuovo mondo, di cui ci parlano alcuni degli animali più grandi che ci saranno, sono sicuro che vedremo l’umile passero svolazzare e posarsi sulla nostra spalla, cinguettando che non è più solo sul tetto di casa, o in qualsiasi altro posto, se è per questo. E anche noi non lo saremo mai più.


Di William Ackland; è in pensione a Cooranbong (NSW) e ha scritto otto libri.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2025/04/04/the-sparrow/

Traduzione: Tiziana Calà

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