Camminare fedelmente con Dio

Par Magazine Avventista

Avete mai sentito Dio parlarvi? Forse vi ha chiesto di ubbidire a qualcosa, ma voi vi siete dimostrati riluttanti. Forse vi ha chiesto di camminare fedelmente con lui, mentre voi vi siete sentiti profondamente vulnerabili. 

“Il tumore è benigno”, dichiarò il mio medico, sollevando gli occhi dal referto per guardarmi negli occhi. “Si trova nella parte superiore della colonna vertebrale e continuerà a crescere, ma per il momento non avrà bisogno di ulteriori interventi”.

Uscii dalla stanza del medico sollevata, dopo essermi preoccupata di esiti alternativi. Ero grata di non doverci pensare più per il momento e tornai a casa per prepararmi ad accompagnare mia figlia di cinque anni alla lezione di nuoto. Nelle settimane precedenti la nostra famiglia era stata inaspettatamente all’estero e mia figlia aveva perso tutte le lezioni del trimestre di nuoto. Si trattava di un fatto significativo, poiché nella nostra zona c’erano pochi insegnanti di nuoto e avevamo aspettato più di due anni per poterci iscrivere. Avevo già ricevuto un promemoria quella mattina, in cui si sottolineava l’importanza della partecipazione, ed ero ansiosa di arrivare in tempo.

Sapevo che avremmo dovuto fermarci a fare rifornimento, dato che l’indicatore del carburante della nostra auto segnava che eravamo in riserva, quindi siamo partite presto. Mentre mi avvicinavo a un incrocio a T, a sinistra per andare alla lezione di nuoto, a destra per andare al distributore di benzina, ebbi il chiaro pensiero di girare a sinistra e andare direttamente alla lezione di nuoto. Questo pensiero non aveva senso per me, perché era probabile che l’auto finisse il carburante durante il tragitto. Mi fermai a chiedere a Dio di fare chiarezza ed egli mi ricordò di quando diede a Noè istruzioni precise per costruire l’arca. Noè avrebbe potuto decidere di non farsi guidare da Dio, ma invece scelse di ascoltare e ubbidire. Questo mise in discussione i miei pensieri e la mia volontà di permettere a Dio di guidarmi. Per senso di ubbidienza, girai a sinistra, dirigendomi verso la piscina.

Dopo circa 10 minuti di viaggio, mentre percorrevo una zona rurale lungo un tratto rettilineo di strada, con pecore che pascolavano ai lati, pensai di girare a destra. Perplessa, chiesi a Dio se questo pensiero provenisse da lui, poiché non vedevo un posto adatto per svoltare a destra. Dio mi ricordò di quando chiese a Noè e alla sua famiglia di entrare nell’arca. Nonostante Noè e la sua famiglia non avessero mai visto la pioggia, credettero che sarebbe arrivato un diluvio universale e scelsero di seguire le parole di Dio, entrando nell’arca. In quel momento decisi di restare fedele al Signore e accesi l’indicatore di direzione, rallentando, solo per poi notare un vialetto in cui accostare. Quando iniziai a svoltare nel vialetto, lo sterzo dell’auto divenne pesante e l’auto si fermò. 

Un uomo stava togliendo le erbacce all’ingresso del vialetto e si avvicinò subito per offrirmi aiuto. Gli spiegai che la mia auto era rimasta senza carburante e lui telefonò subito a suo padre per chiedergli consiglio. Incredibilmente, suo padre era appena uscito da un distributore di carburante e si stava recando a casa del figlio per rifornirsi di attrezzature agricole. Si offrì volentieri di rifornire la mia auto. Mentre io e l’uomo aspettavamo l’arrivo di suo padre, l’uomo mi chiese dei miei programmi per il fine settimana. Tra le altre cose, gli dissi che sarei andata in chiesa. Il suo volto si illuminò e mi disse che di recente era tornato in chiesa per la prima volta dopo molti anni. Mi disse che aveva alcune domande su Dio che sperava di fare a qualcuno e che era entusiasta che io potessi essere quel qualcuno. Aveva subito riconosciuto che il mio arrivo nel suo vialetto non era stato casuale, senza conoscere la fede che avevo esercitato per trovarmi in quello stesso vialetto. Nei minuti successivi, e durante il tempo necessario a suo padre per rifornirmi di carburante, parlammo dei suoi dubbi, che, ironicamente, ruotavano intorno all’agire con fede quando le cose non avevano senso.

Arrivai tardi alla lezione di nuoto di mia figlia. Talmente tardi che la lezione era terminata e stava per iniziare una lezione per mamme e neonati. Anche se non era una neonata, l’istruttore di nuoto le suggerì di partecipare per non perdere un’altra lezione. Questa lezione fu la prima in assoluto per mia figlia, che si divertì moltissimo a fare bolle di sapone, a cantare canzoni e a prendere confidenza con l’acqua. Dopo la lezione, l’istruttore commentò che il fatto di essere arrivata in ritardo aveva giocato a favore di mia figlia, perché si era trattata di un’introduzione al nuoto molto più piacevole per lei.

Mentre stavamo tornando a casa, mia figlia chiese se potessimo fare un salto al suo precedente centro giochi, per vedere la sua insegnante preferita. Fu una richiesta inaspettata da parte di mia figlia, non ce l’aveva mai chiesto prima di allora. Mi sembrò più opportuno organizzare una gita in un altro momento, perché non volevo interrompere il lavoro della maestra, supponendo che fosse impegnata con il personale e i bambini. Non ritenevo nemmeno la visita troppo importante, eppure, nonostante questo, sentivo la necessità di andare. Incerta, chiesi a Dio di capire, ed egli mi ricordò l’invito che aveva fatto a tutte le persone al tempo di Noè a salire sull’arca, anche se molti non ne vedevano l’importanza. Poi, una volta che Dio ebbe condotto gli animali e tutti coloro che avevano scelto di entrare erano saliti a bordo (Noè e la sua famiglia), chiuse la porta. Per i sette giorni successivi, Noè e la sua famiglia si trovarono in una posizione vulnerabile e aperta al ridicolo, poiché non cadde nemmeno una goccia d’acqua. Agire con fede fu la cosa che salvò le loro vite, ma nel breve termine è probabile che si siano sentiti a disagio. Dopo questa riflessione, mi diressi verso il centro giochi.

Quando arrivammo al centro giochi, con mia grande sorpresa, arrivò anche l’insegnante preferita di mia figlia. Ci accolse entrambe con un grande sorriso, spiegandoci che stava lasciando un po’ di materiale prima di tornare a casa per continuare a riprendersi da un intervento chirurgico. Le era stato rimosso un tumore benigno dalla parte superiore della colonna vertebrale. Il tumore era nato piccolo ed era cresciuto, causando problemi che l’avevano condotta a subire un complicato intervento chirurgico. Mi parlò dell’abile chirurgo che le aveva rimosso il tumore e di come non fosse consapevole dell’impatto del tumore sulla qualità della sua vita fino a quando non aveva subito l’operazione.

Le parlai del mio tumore e lei mi incoraggiò a tornare dal mio medico per fare altre domande, condividendo i dati del suo chirurgo. Uscendo dal centro giochi, dopo aver messo mia figlia sul seggiolino dell’auto, ritenni importante seguire l’iter. Quando arrivai a casa, telefonai allo studio del mio medico, fissando un appuntamento per la settimana successiva.

All’appuntamento, il medico mi ascoltò con attenzione, rispondendo alle mie domande, per poi indirizzarmi al chirurgo. Dopo una lunga attesa per vedere il chirurgo, riuscimmo a parlare e a giungere a una conclusione; diedi il mio consenso, decidendo che sarei stata messa in lista d’attesa per l’asportazione del tumore, essendo contrassegnata come urgente.

Noè non era un uomo perfetto; tuttavia, in Genesi 6:9 leggiamo: “Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio”. Anche se le azioni di Noè possono non aver avuto senso per alcune delle persone che erano intorno a lui, egli seguì le istruzioni di Dio di costruire un’arca e di entrarvi con la sua famiglia, circondato da animali. Aveva la libertà di fare scelte diverse, ma agì in completa ubbidienza e fede in Dio.

Dopo che Dio chiuse la porta dell’arca, Noè, la sua famiglia e tutti gli animali vissero all’interno per 371 giorni! Nonostante le terribili condizioni meteorologiche, Dio li tenne al sicuro, fino a quando aprì la porta per rivelare un bellissimo e luminoso arcobaleno nel cielo, come promessa di speranza e libertà: Dio ci ha dichiarato suoi e ha giurato di esserci fedele, e in cambio ci ha dato l’opportunità di dichiararlo nostro.

Avrei potuto scegliere di girare a destra all’incrocio, fare benzina, arrivare in tempo alla lezione di nuoto di mia figlia e poi tornare a casa. Ma così facendo, mi sarei persa molte cose. Invece, ho avuto la fortuna di condividere l’amore di Dio con un uomo che era disposto all’ascolto. Ho potuto portare mia figlia a una lezione di nuoto adatta alle sue capacità. Mia figlia ha potuto vedere la sua insegnante preferita, proprio nel momento in cui era presente, mentre io ho potuto ascoltare parole di saggezza che mi hanno portato a fare una buona scelta di salute.

Tutti siamo chiamati a fare delle scelte. Alcune scelte sono facili da fare, mentre altre possono risultare scomode e metterci in una posizione di vulnerabilità. Un mio desiderio fondamentale è quello di camminare fedelmente con Dio, nonostante le mie paure, incertezze, insicurezze e dubbi. Devo solo ricordare che la mia capacità di essere fedele è determinata da quanto sono disposta a fidarmi e a essere ubbidiente alla sua voce. Spero di poter dire: “Sì, oggi camminerò con te, Signore”, anche quando le cose non hanno senso.

Con quali scelte state lottando? Direte “sì, camminerò con te, Dio”? Vi piacerebbe camminare fedelmente con Dio come fece Noè? Che cosa vuol dire per voi oggi camminare fedelmente con lui?


Di Tamika Spaulding, scrittrice e narratrice presso His Herd in Tasmania.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2025/01/31/walking-faithfully-with-god/

Traduzione: Tiziana Calà

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