Il dolore di Osea, la speranza dell’umanità e il cuore di Dio

Par Magazine Avventista

Sarò sincera, la mia esperienza nella ricerca dell’amore non è stata facile. Non ho sposato il mio primo amore né ho trovato il mio compagno all’università. E anche se ora sono felicemente impegnata in una relazione, il mio percorso non è stato privo di difficoltà. 

Per essere una persona piuttosto incline agli incidenti, nulla mi ha preparato al dolore che il cuore spezzato avrebbe portato. Ho avuto le braccia ingessate, ho perso pelle fino all’osso e mi sono rotta i denti cadendo sul cemento. Ho visto vite perdute a causa di tragedie improvvise, perdita di speranza e vecchiaia. Ho camminato tra le baraccopoli e ho visto la povertà e la corruzione abbattersi su bambini innocenti. Ma il cuore spezzato, a differenza di qualsiasi altra cosa io abbia sperimentato, mi ha travolto. 

Per alcuni, questo potrebbe sembrare molto drammatico. Forse non avete mai sperimentato queste emozioni, o forse sì, ma vi siete ripresi abbastanza in fretta. All’epoca mi sono persino chiesta: “C’è qualcosa che non va in me?”. Ma, a quanto pare, non ero l’unica.

Gli psicologi dicono che una delle ferite più profonde che una persona può provare è la ferita dell’essere rifiutati. “Il cuore spezzato è una delle mine nascoste dell’esistenza umana”, afferma Florence Williams, giornalista e autrice scientifica. “Se si mette qualcuno che ha recentemente sofferto di cuore spezzato attraverso uno scanner, vedrete parti del loro cervello illuminate, molto simili alle parti che si accendono dopo essersi beccati una bruciatura o una scossa elettrica.” Ci possono volere settimane, mesi o anche anni prima che una persona riesca ad andare oltre quel dolore, e la cosa può avere effetti più gravi di una lesione fisica a causa di quanto tempo può durare.

Tra gli effetti documentati dell’essere rifiutati ci sono palpitazioni cardiache, aumento dell’ansia, scarso controllo degli impulsi, depressione, declino cognitivo e alterata espressione genica. I miei sintomi sono stati invece mancanza di appetito, stanchezza, sonno frammentato, perdita di gioia e un mal di stomaco simile allo stare in mare in condizioni difficili… il tutto per mesi interi. 

Poi ci sono gli effetti emotivi che possono persistere anche dopo che il dolore è diminuito: bassa autostima, problemi di attaccamento, una ridotta capacità di fidarsi delle persone, ipervigilanza nei confronti del rifiuto, maggiore vulnerabilità ai problemi di salute mentale; tutto ciò può anche avere effetti intergenerazionali.

In casi rari e sfortunati, il cuore spezzato può innescare una condizione chiamata sindrome di Takotsubo, comunemente indicata come “sindrome del cuore spezzato”. A differenza di tipici attacchi cardiaci, questa condizione non coinvolge le arterie bloccate e può influenzare gli individui che sono altrimenti da ritenersi in salute. Il cuore smette temporaneamente di funzionare correttamente, facendolo gonfiare, con conseguente dolore al petto, liquido nei polmoni, danni cellulari e, in rari casi, morte.

Non pensiamo spesso a Dio come a qualcuno che ha sperimentato il cuore spezzato. E mentre non voglio proiettare le ferite umane di rifiuto su Dio, il rifiuto è un segno definitivo della sua storia in tutta la Bibbia. 


Un uomo di nome Osea

750 anni prima che Gesù venisse sulla terra, l’amore di Dio per l’umanità veniva mostrato attraverso un uomo chiamato Osea. Alcuni ipotizzano che Osea fosse un panettiere, altri un contadino, ma è più comunemente conosciuto come un profeta vissuto in Israele durante un periodo di grande prosperità… o quasi.

Mentre le cose sembravano buone dall’esterno, all’interno la nazione era spiritualmente in crisi. Il popolo si era dato all’idolatria e violava costantemente i dieci comandamenti. Di conseguenza, si verificavano gravi ingiustizie nelle loro comunità. Osea scrisse che avevano “arato la malvagità”, “mietuto l’iniquità” e “mangiato il frutto della menzogna” (Osea 10:13). Andavano in altri templi sacri e si rivolgevano ad altre divinità per cercare risposte, pur sempre offrendo sacrifici a Dio come se non stessero facendo nulla di sbagliato. Anche il loro concetto di amore era contorto. Credevano che potesse essere acquistato, che fosse semplicemente la ricerca della gratificazione di sé e che potesse essere scoperto con oggetti inanimati e possedimenti materiali.

Durante questo periodo, Dio diede a Osea un incarico particolare, non poco imbarazzante. Gli disse che doveva essere un predicatore per il popolo d’Israele. Ma prima, doveva sposare una donna di nome Gomer. Anche se molte traduzioni della Bibbia descrivono Gomer come una prostituta, non sappiamo se questo è vero. La parola originale ebraica usata per descriverla si traduce come “promiscua”. Implica uno stile di vita di infedeltà abituale piuttosto che un singolo atto di adulterio. Ciò che è chiaro è che Gomer aveva un cuore diviso, proprio come gli israeliti.


Nel bene e nel male

Non posso immaginare come Osea deve essersi sentito sposandola. I matrimoni sono tipicamente uno dei giorni più felici della vita delle persone. È dove le coppie si sentono emozionate all’idea di un futuro in cui amare ed essere amati fino alla vecchiaia. Nessuno va all’altare predicendo che il loro amato sarà infedele di volta in volta. Eppure, Osea lo fece.

Per alcuni anni dopo essersi sposati, le cose sembravano andare bene e la coppia ebbe tre figli. Finché non accadde. Osea si svegliò, e Gomer non c’era. Dio parlò a Osea e gli disse di andare a trovarla e pagare i suoi debiti agli amanti. “Il Signore ama i figli d’Israele, i quali anche si volgono ad altri dèi e amano le schiacciate d’uva” (Osea 3:1). 

Osea era ben noto al popolo d’Israele. Lo consideravano un uomo santo, un profeta, un faro di speranza per la loro nazione. Nel cercare Gomer, sarebbe andato dove gli uomini di Dio non si aspettavano, senza dubbio suscitando sospetti, pettegolezzi e giudizi. 

Nella storia leggiamo che Osea ha dovuto comprare Gomer, il che significa che era in qualche forma di schiavitù o contratto. Ha dovuto pagare per quello che era già suo, usando 15 sicli d’argento (probabilmente l’equivalente di diversi mesi di salario), un comer d’orzo e un letec d’orzo (il loro cibo di base, che avrebbe potuto nutrire una famiglia per mesi). Osea portò Gomer a casa e si prese cura di lei come se non avesse fatto nulla di male. Eppure, anche dopo la sua reazione misericordiosa, lei continuò a essergli infedele. Ogni volta, Osea tornò a riprenderla, riportandola a casa e amandola come aveva promesso di fare. 


Passato e presente

In Osea 11, c’è una poesia che dipinge un Dio come un padre amorevole che ha cresciuto suo figlio, Israele, e ha condiviso tutto con lui. Tuttavia, man mano che il figlio cresceva, questi si ribellava e si rivolgeva contro il padre, approfittando della sua gentilezza e generosità. Nel testo, Dio è emotivamente distrutto. Un momento è pieno di rabbia, quello dopo è straziato, poi sopraffatto dalla compassione e poi pronto al perdono. Egli grida: “Come farei a lasciarti, o Efraim? Come farei a darti in mano altrui, o Israele? Come potrei renderti simile ad Adma e ridurti allo stato di Seboim? Il mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni si accendono” (Osea 11:8).

La storia di Osea e Gomer è un simbolo di come Dio salvò il popolo d’Israele dalla schiavitù e stipulò un patto, chiamandolo a essergli fedele. Ma il popolo prese l’abbondanza che il Signore gli dava, dedicando l’adorazione ad altre divinità. Ogni volta, Dio rincorreva Israele e rinnovava il suo patto, pur sapendo che avrebbe continuato a deluderlo.

Ma si tratta anche di una storia che parla di noi. Tutti noi inseguiamo amori minori. Anche i discepoli più devoti di Dio hanno, in un momento o nell’altro della loro vita, avuto affetti ribelli, dato spazio ad altri idoli nelle loro vite, e guardato altrove per ricevere una qualche forma di appoggio o attenzione. Tuttavia, l’amore, la compassione e la fedeltà di Dio nei nostri confronti non sono mai cambiati. 


Excrucior

Le ricerche indicano che circa l’85% delle persone sperimenterà il cuore spezzato nell’arco della loro vita. È tra le esperienze più stressanti e sconvolgenti che una persona può vivere, appena dopo la morte improvvisa di una persona cara. “In tutti gli esempi di letteratura arrivati fino a noi, gli scrittori hanno reso l’esperienza del cuore spezzato simile al dolore fisico, e in particolare a un tipo di dolore legato all’aspettativa di più dolore. Catullo, un poeta romano, ha usato il termine excrucior, indicando cioè la particolare e dolorosa sensazione di essere inchiodato dalle mani, esposto.”


Il dolore di Dio 

Se sei stato benedetto abbastanza da essere amato da qualcuno, sai la sensazione di benessere e di sicurezza che questo porta nella tua vita. Se hai mai perso qualcuno che amavi, sai quanto questa esperienza possa risultare sconcertante; un momento che può dare una scocca al tuo mondo, infliggendo incisiva devastazione su mente e corpo. 

La ricerca di Gesù dell’umanità è avvenuta anche a un immenso costo emotivo e fisico, tra cui l’essere inchiodati dalle mani, excrucior. Egli non era lì solo per coloro che avrebbero ricambiato. “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). 

Quando scopri cosa vuol dire amare qualcuno che non ti ama, sperimenti un assaggio di come ci si sente a essere Dio. Noi siamo gli oggetti della sua ossessione. Egli desidera profondamente stare con noi. Non importa quante volte lo lasciamo o inseguiamo amori minori, i suoi sentimenti per noi non cambieranno mai. Cercherà nei luoghi più oscuri di questo pianeta per riportarci a casa. Perché è innamorato, non riesce a dormire, a mangiare… è disposto a fare tutto, da quanto ci ama. 


Di Zanita Fletcher, assistente redattrice per Signs of the Times.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2025/04/04/hoseas-hurt-humanitys-hope-and-gods-heart/

Traduzione: Tiziana Calà

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